Oltranza Festival è l’arte dell’incontro contro ogni barriera per promuovere ogni giorno la totale accessibilità dei luoghi della cultura a Torino. Dopo aver realizzato una nuova rampa che rende agibile a tutti lo spazio sotto palco di Magazzino Sul Po, Oltranza torna domenica 9 giugno, alle ore 16.30, nelle Raffinerie Sociali di Via Fagnano con una nuova iniziativa: un Laboratorio di Pittura a Bocca diretto da Francesco Canale, artista nato senza braccia e senza gambe, nato dall’idea di focalizzarsi sulla soluzione e non sui problemi utilizzando per dipingere non le mani, ma la bocca. L’evento dal titolo “Usa la testa Experience” fonde l’esperienza laboratoriale con il divertimento per permettere ai partecipanti di prendere parte ad un laboratorio di pittura ed anche al primo gioco al mondo in cui è vietato utilizzare le mani. L’iniziativa è frutto dell’idea di Francesco Canale, Socio Fondatore e Direttore Creativo dell’azienda “Working Souls S.r.l”, in arte Anima Blu, artista poliedrico (pittore, scrittore, autore teatrale/musicale, performer) e imprenditore. Lo scopo di questa esperienza formativa e motivazionale è migliorare il benessere delle persone e diffondere una nuova visione della cosiddetta “diversità”, calandosi nei panni di Francesco con metodi “alternativi”, basati su uno strumento principale: l’Arte.Al termine dell’esperienza di gioco e laboratorio, seguirà anche un’intervista con aperitivo in compagnia di Francesco canale intervallata da letture, tratte dal suo libro “Le Corde dell’Anima” con accompagnamento musicale, dal vivo. Francesco Canale, parlando di sé afferma: “Ho capito che per non essere vittima della mia ‘disabilità’ e di una società che categorizza le persone in diversità inesistenti, bastava soltanto che mi guardassi dentro: per comprendere chi fossi davvero, quali erano le mie potenzialità, e cosa avrei potuto dare al Mondo”. Un approccio, quello del festival multidisciplinare Oltranza, che abbraccia ogni disciplina quindi e che si caratterizza rispetto agli altri festival, perché al primo posto – nell’organizzazione di un evento – mantiene saldo l’obiettivo di rendere completamente e totalmente accessibili i luoghi della cultura in città. La fruizione della cultura è infatti ancora oggi ancora un percorso ricco di barriere. Gli eventi si rivolgono spesso all’intera comunità, dando per scontato il raggiungimento del valore di inclusione sociale, ma molti dei contenuti culturali e artistici offerti non sono ancora accessibili. Per questo motivo, Oltranza Festival ha finalmente reso possibile anche un intervento risolutore per rendere accessibile lo spazio sotto palco di Magazzino Sul Po, con una nuova rampa che è stata appena installata nel noto locale torinese, con il messaggio di rendere sempre più accessibili i luoghi della città per tutte e tutti, verso una maggiore inclusione sociale.
“Questo significa – racconta Gigi “Bandini” Cosi – presidente di Indiependence – .che il festival non è rivolto verso solamente verso le persone con disabilità, ma verso tutte e tutti. Non si tratta di costruire quindi un festival ‘sulla disabilità’. Il reale significato alla base dell’impegno del festival è legato alla convinzione che sia l’incontro l’elemento più potente che sperimentiamo nella vita. E che quindi siano proprio l’arte e la cultura – per la loro natura aggregativa – il mezzo più potente attraverso cui amplificare questo messaggio. Perché questo accada, i luoghi che frequentiamo e i contenuti che promuoviamo devono diventare sempre più accessibili a tutte e tutti. Nell’immaginare gli spazi d’aggregazione, e quindi nel creare cultura, non può essere concepibile un luogo che, a priori, escluda qualcuno” Fino al 15 settembre prosegue il palinsesto di eventi e concerti verso una maggiore accessibilità con eventi in Lingua dei Segni Italiana (LIS), fra panel di approfondimento sul tema dell’inclusione, reading, talk, presentazioni di libri, mostre, esposizioni tattili e laboratori di teatro integrato con tanti appuntamenti in vista dell’evento che troverà il culmine il 7 luglio, con tre grandi concerti a Spazio 211 per divertire, sensibilizzare, e soprattutto unire, aggregare le persone, perché l’arte e l’incontro sono un diritto di tutti. Il ricavato del festival è inoltre destinato in parte al finanziamento di una borsa di studio in Disability Management & Inclusive Thinking presso la SAA di Torinoe in parte alla realizzazione di interventi di abbattimento di barriere architettoniche in circoli culturali non ancora accessibili.