Un contributo da 10 a 40 mila euro per chi sceglie di andare a vivere in un comune montano, a rischio spopolamento, sotto i 5 mila abitanti. L’idea è della Regione Piemonte ed è aperta a tutti i cittadini italiani che scelgono di cambiare vita, di lasciare la città per la campagna.
«L’idea nasce da una necessità: l’implementazione dei servizi – indica Fabio Carosso, vicepresidente e assessore alla Montagna della Regione Piemonte della Regione Piemonte – Per poter aprire botteghe, bar o ristoranti. Per poter finanziare farmacie rurali o portare la banda larga servono residenti». In 12 comuni dell’Astigiano le prime case di nuovi residenti riceveranno un contributo a fondo perduto.
«Una promessa mantenuta e l’offerta di una scelta di vita nuova – dichiara Carosso – Conosco le nostre colline e montagne abbiamo valli e borghi da riscoprire che pagano lo spopolamento. Durante i primi mesi del mio mandato ho visitato molte delle Unioni montane, incontrato i sindaci di piccoli Comuni e subito ho chiesto al settore montagna di lavorare alla realizzazione di un’iniziativa che potesse aiutare i giovani».
L’iniziativa punta ad incentivare la rivitalizzazione e il ripopolamento delle aree montane, anche a seguito dei bisogni sociali crescenti causati dall’attuale emergenza sanitaria. Chi risiede in un centro urbano in Italia e intende acquistare o recuperare un immobile in un comune montano del Piemonte con meno di 5 mila abitanti, da rendere prima casa trasferendovi la propria residenza, potrà aderire al bando della Regione Piemonte che offre contributi da 10 a 40 mila euro. Il bando stanzia complessivamente 10 milioni di euro.
Possono presentare la domanda i nati a partire dal 1955 e, per fare in modo che al bando aderiscano soprattutto i giovani, i nati dopo il 1980 riceveranno un punteggio più alto.
Punteggio premiante anche per gli interventi effettuati in un Comune ad alta marginalità, l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smart-working almeno al 50% nell’abitazione per la quale si chiede il finanziamento, un Isee uguale o inferiore a 20.000 euro, almeno un figlio di età uguale o inferiore a 10 anni che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato. Punti in più anche per recuperi realizzati con soluzioni architettoniche e paesaggistiche previste dalla Regione Piemonte e per l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese, ma anche se l’incarico dei lavori viene dato ad imprese con sede legale in un Comune montano piemontese.
«Insieme al bando residenzialità – conclude Carosso – stiamo lavorando con le Unioni montane all’individuazione di importanti azioni per le nostre ‘botteghe dei servizi’, volte a contrastare la desertificazione commerciale nei paesi montani e, di conseguenza, a garantire agli abitanti di queste zone la fruizione di beni e servizi che ne migliorino la qualità della vita». —
Fonte: La Stampa.it