Resto al Sud, subito disponibili gli aiuti a fondo perduto

Di
Redazione
| caricato il
10 Giugno 2020

Data apertura

Aggiornamento

Scadenza

Ambito

Ente promotore

Dotazione finanziaria

Forma agevolazione

  • Quando

    Contestualmente alla ricezione del secondo Sal o del Sal unico delle agevolazioni

  • Cosa scade

    Contributo integrativo a fondo perduto di 15mila euro per le attività di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale o di 10mila euro per ciascun socio, fino a un massimo di 40mila euro per ogni impresa

  • Per chi

    Imprese e lavoratori autonomi che abbiano ottenuto le agevolazioni Resto al Sud

  • Come adempiere

    Per i soggetti che hanno già ottenuto il secondo o unico Sal, presentando domanda composta da quattro modelli a Invitalia

1In sintesi

L’articolo 245 del Dl n. 34/2020 prevede per i beneficiari dell’agevolazione Resto al Sud un contributo a fondo perduto, con lo scopo di riequilibrare il fabbisogno di circolante che, imprese e lavoratori autonomi, dovessero manifestare in conseguenza del rallentamento dell’economia conseguente al rischio pandemico da diffusione del Coronavirus.

Resto al Sud (articolo 1, Dl n. 91/17, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123) è un incentivo azionabile da soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni che, all’atto della presentazione della domanda, sono residenti – o vi trasferiscano la residenza nei sessanta (centoventi per i residenti all’estero) giorni successivi alla comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria – nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o in 116 comuni di Lazio, Marche e Umbria.

L’incentivo consiste in un finanziamento, fino ad un massimo di 50.000 euro per ogni soggetto richiedente dotato dei requisiti di ammissibilità alla misura e, comunque, fino ad un ammontare massimo complessivo di 200.000 euro.
Il prestito potrà essere rimborsato in ammortamento ad otto anni, di cui i primi due anni di pre-ammortamento.
Il finanziamento copre il cento per cento delle spese ammissibili, ed è strutturato in misura pari al:

35 per cento come contributo a fondo perduto erogato dal Soggetto gestore (da non rimborsare);
65 per cento sotto forma di finanziamento bancario a condizioni agevolate.

Il Dl Rilancio ha ora stabilito un contributo a fondo perduto integrativo per i beneficiari pari a:

a) 15.000 euro per le attività di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale;
b) 10.000 euro per ciascun socio, fino ad un importo massimo di 40.000 euro per ogni impresa.

Come si legge sul sito del soggetto gestore della misura di aiuto, ovvero Invitalia, il contributo è concesso in maniera automatica per i beneficiari che non hanno ancora presentato il secondo SAL o il SAL unico. In questi casi, infatti, il contributo sarà erogato contestualmente al SAL senza necessità di fare alcuna specifica richiesta.

Diversamente, per i restanti soggetti a cui è stato già erogato il secondo SAL o il saldo in unica soluzione, sarà necessario presentare apposita istanza.
La documentazione necessaria è rinvenibile al seguente link.

In entrambi i casi, comunque, il contributo è richiedibile se:

1) sia stato completato il programma di spesa finanziato;
2) il beneficiario sia in possesso dei requisiti attestanti il corretto utilizzo delle agevolazioni;
3) si è adempiuto, al momento della domanda, agli oneri di restituzione delle rate del finanziamento bancario.

Per i beneficiari a cui è stato già erogato il secondo SAL o il saldo in unica soluzione, come detto, Invitalia erogherà il contributo entro 60 giorni dal ricevimento della documentazione.
Quest’ultima si divide in:

modello C di richiesta di erogazione;
modello C1 riepilogativa;
modello C2 di assenza Carichi Pendenti e Procedure Concorsuali;
modello C3 dichiarazione Antiriciclaggio.

Fonte:NTtributi

#incentivinazionali